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4 maggio 2016

Redazione Bou-Tek

Quale sistema scegliere per monitorare gli accessi del pubblico presso il punto vendita? E come utilizzare questo genere di conteggio?

Teniamo presente che, quando parliamo genericamente di “negozio”, ci riferiamo a una categoria di spazi commerciali molto ampia, che racchiude realtà dalle più svariate dimensioni, caratterizzate da layout anche molto diversi: per intenderci, si accomunano in un’unica definizione la piccola boutique che si sostenta grazie alle visite ripetute di una clientela affezionata e il megastore tipico dei più moderni centri commerciali.

Perciò, non esiste un’unica soluzione “buona per tutti” per conteggiare gli ingressi dei clienti nei punti vendita e nemmeno per studiare il loro comportamento all’interno dello store.

In relazione alle dimensioni dell’esercizio e agli obiettivi che ci si propone, infatti, si può scegliere entro un’ampia gamma di tecnologie, in grado di rispondere alle necessità di spazi, budget e strategie commerciali differenti.

È però un dato di fatto che tanto maggiore è il grado di affidabilità dei dati che si vuole raggiungere tanto più sarà opportuno integrare tecnologie diverse.

Detto questo, per il puro conteggio degli accessi a un locale commerciale esistono sostanzialmente due categorie di “contapersone”: da un lato ci sono i più banali sistemi orizzontali (tipicamente a infrarossi), che prevedono la sistemazione di sensori sui due lati degli ingressi; dall’altro i sistemi verticali, che si avvalgono di sensori termici o videocamere puntati sulle entrate.

I sistemi orizzontali “contano” le persone quando queste interrompono il loro fascio di raggi infrarossi attraversando il varco ai lati del quale sono montati. Di semplice installazione, rappresentano la soluzione più semplice e economica… ma in questo caso il prezzo “conveniente” corrisponde a una “sconveniente” scarsa accuratezza.
Se, per esempio, nel negozio entrassero contemporaneamente più clienti, il dato potrebbe non essere rilevato. E comunque, quel dato è destinato a restare approssimativo, poiché il sistema non è in grado, di per se’, di identificare i “visitatori unici”: se lo stesso individuo rientrerà più volte nel negozio nel corso della giornata, infatti, ogni volta verrà conteggiato come nuovo ingresso.

È quindi evidente come questi sensori possano essere d’aiuto solo a quelle piccole realtà in cui non si verificherà mai una massiccia affluenza di pubblico (ricordate la piccola boutique?) e/o che comunque non abbiano intenzione di approfondire strategicamente la loro relazione con la clientela.

In tutti gli altri casi, è opportuno dotarsi quantomeno di sistemi di conteggio verticali, che possano non solo tracciare con maggiore esattezza gli ingressi in negozio, ma magari registrino anche quali aree dello store siano maggiormente frequentate e persino a quale “cluster” appartengano i visitatori, se sono adulti o bambini, uomini o donne, eccetera.

Tutti questi dati – e molti altri – potranno essere “masticati” da software per l’analisi dei dati in grado, per esempio, di rielaborarli restituendo modelli di comportamento dei clienti, indicazioni sugli orari di punta per un’efficace programmazione dei turni del personale e dell’apertura delle casse, suggerimenti sulle aree in cui posizionare i prodotti che si vogliono spingere o la segnaletica relativa alle promozioni…  le combinazioni dei dati sono potenzialmente infinite e le indicazioni che si possono ricavare davvero preziose.

Tornando alla registrazione degli ingressi, in particolare, a offrire al retailer le prospettive più interessanti, portando alla luce i legami nascosti fra le diverse informazioni, è l’integrazione di questo dato con altri provenienti da fonti differenti, come l’osservazione dell’attività online dei consumatori, la registrazione e la previsione delle condizioni meteorologiche o le modalità di interazione dei visitatori con la tecnologia digitale presente in negozio.

 

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