Banche, attività di tipo finanziario in generale e telecomunicazioni sono senz’altro le imprese più intraprendenti e “avanti” nell’adozione delle nuove tecnologie informatiche.
Tuttavia, a livello internazionale, anche nel mondo della Sanità, nella vendita al dettaglio e in qualche altro settore si avverte un generale fermento e si va sempre più rafforzando l’attenzione verso le ultime frontiere della digitalizzazione, a cominciare dal cognitive computing e dalle opportunità che questo offre in termini di miglioramento della customer experience e dei processi aziendali.
In campo retail, in particolare, l’adozione di sistemi cognitivi coincide con la possibilità di “confezionare” esperienze d’acquisto sempre più personalizzate e coinvolgenti.
Secondo i dati riportati nella ricerca «Thinking like a customer – Your cognitive future in the retail industry», firmata dall’IBM Institute for Business Value e sostanziata da un’approfondita indagine condotta in tutto il mondo tra i decision maker di più di 100 brand,
i retailer più influenti a livello globale sarebbero già pronti ad abbracciare la tecnologia cognitiva in modo “olistico”
e a ridefinire così il futuro di questo settore: prossimamente, infatti, le soluzioni di cognitive computing saranno sempre più determinanti per il business di queste aziende, per la loro relazione con i clienti e per un sostanziale e progressivo arricchimento delle esperienze “in-store”.
I sistemi cognitivi aiuteranno le aziende anche nel management della catena di distribuzione e del magazzino,
migliorando l’efficienza delle operazioni e velocizzandone la gestione, e influiranno sulla capacità di reagire a eventuali rischi e tentativi di frode, incidendo positivamente anche sulla fiducia da parte dei consumatori.
In poche parole, secondo le proiezioni attuali, potranno ridisegnare completamente la fisionomia di questo comparto.
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Il Cognitive Computing
I sistemi di cognitivi rappresentano il punto più alto raggiunto nel campo dell’intelligenza “artificiale”, l’intelligenza delle macchine;
sono in grado di apprendere e di integrare informazioni strutturate con informazioni non strutturate, provenienti dalle fonti più diverse, per generare conoscenza;
comprendono il linguaggio naturale e quindi interagiscono più naturalmente con gli essere umani;
sono in grado di assimilare il sapere dei maggiori esperti nelle più diverse discipline per rendere più facile e rapido l’apprendimento dello stesso know-how da parte di altri;
utilizzano logiche di problem solving simili a quelle utilizzate dall’uomo e a fronte di a una straordinaria quantità ed eterogeneità di informazioni e variabili forniscono ai professionisti umani elementi significativi per prendere decisioni;
valorizzano quindi l’abbondante disponibilità di Dati digitali, per una migliore comprensione del mercato e delle dinamiche del comportamenti dei clienti e per l’identificazione o il perfezionamento dei modelli di business.